Maria Cristina Paolini

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Lifeatmundys
Team:
Media Relations, Advertising & Sponsorships, Mundys
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Cris
foto di Maria Cristina Paolini

Raccontaci del tuo viaggio:

Ho studiato comunicazione, quando nacque il primo corso di laurea in Italia, all’università La Sapienza di Roma. Dopo la laurea ho iniziato subito a lavorare proprio nel settore per il quale avevo studiato, con un stage nella Direzione Relazioni Esterne di ADR. Ho trascorso in Aeroporti più di 10 anni, crescendo professionalmente in diversi ruoli fino a ricoprire quello di Capo ufficio stampa e responsabile Social & web. La crescita dal basso trovo sia il dono che più mi ha lasciato il mio percorso professionale fin qui, garantendomi l’opportunità di costruire una rete di contatti veri, duraturi, solidi, nella stima reciproca. E anche di maturare la consapevolezza che trovo necessaria nella gestione di un team, per comprendere sempre con ascolto ed empatia lo stato delle persone che lavorano con me.

Cosa ti porta il tuo lavoro?

Ricordo che quando ho firmato il mio primo vero contratto in ADR, ho letteralmente corso tra i corridoi, piena di gioia. Quel contratto voleva dire: mutuo, mutuo voleva dire casa, casa voleva dire famiglia! È sempre stato un investimento reciproco: io ho investito nelle aziende per le quali ho lavorato, mettendoci sempre tutto quel che avevo, ciò mi ha sempre restituito valore, per accrescere il privato di opportunità, contenuto, dialogo, garanzie. Il lavoro mi ha dato la chance di scoprire cosa sono in grado di fare, di mettermi in gioco sempre.

Cosa porti a Mundys?

In Mundys porto consapevolezza, esperienza, professionalità, solidità, valori. Porto la capacità di leggere una notizia, di saperla misurare, prevederne l’andamento, parare i colpi e scegliere come potenziare un aspetto di un’attività che possa restituire positività all’azienda, nella percezione esterna. Porto impegno.

Cosa rappresenta Mundys per te?

In qualche modo Mundys rappresenta la mia storia e il mio futuro. È in questo Gruppo che ho maturato e sviluppato le mie competenze, il mio network che di una comunicatrice è il capitale.

Qual è la sfida più grande che hai affrontato da quando sei in Mundys?

Sono da poco nella #nuovaMundys ma credo che il fatto stesso di essere entrata rappresenti ora la mia grande sfida. Con l’obiettivo di poter partecipare al nuovo posizionamento di un’azienda che si sta via via sempre più qualificando come leader per valori, sostenibilità, innovazione. Le persone fanno le aziende e Mundys è piena di bellezza e potenziale da esprimere insieme.

Qual è stato il tuo maggior successo in questo ruolo?

Li ho ancora davanti, per il Gruppo ho avuto l’opportunità di esprimere le mie competenze partecipando alla gestione di crisi importanti in ADR o in ASPI e anche lavorando duramente per la costruzione di valore e una migliore reputazione delle stesse aziende. In Mundys, spero di poter presto partecipare alla narrazione di nuove e importanti storie di successo come già abbiamo iniziato a fare con Volocopter e Yunex, sul fronte della mobilità sostenibile e dell’innovazione.

Che consiglio daresti a studenti universitari o giovani professionisti orientati a intraprendere una carriera nel tuo settore?

Io credo che al di là di una piccola dose di fortuna che sempre è necessaria nella vita, nella comunicazione sono tre gli ingredienti fondamentali: studiare molto, non è una scienza esatta ma seguendo dossier e media si può gestire l’effetto di una comunicazione. Avere sempre i sensori attivi, monitorare, ascoltare, connettere: è così che si trova il modo più corretto e il tempo più giusto per esprimere al massimo il potenziale di una notizia. Non perdere contatto con i valori, le persone, la vita. Soltanto così si può arrivare davvero all’opinione pubblica.

Dove vedi Mundys e dove ti vedi tra 5 anni?

Mundys la vedo worldwide, ovunque e connessa. Digitale ed etica, sostenibile e abilitante. Per quel che riguarda me, oggi non saprei. So che ho ancora molto da imparare e che qui e ora posso farlo sotto molti aspetti su cui sono concentrata. Quando anche questo percorso sarà maturato, allora potrò misurarmi con una nuova aula, potendo mettere in campo radici solide e necessità di adattamento.